Il festival costituirà l’occasione per vedere, a partire da una prospettiva storica di lunga durata, dapprima quale sia stato il ruolo del Mediterraneo nella storia come luogo d’incontro fra tre continenti sul piano degli scambi e delle contaminazioni tra civiltà diverse. Se è vero, come diceva Platone, che i popoli vi si affacciano come rane attorno a uno stagno (essi contano attualmente circa 450 milioni di persone), la loro convivenza non è stata sempre pacifica:i traffici si sono intrecciati alle crociate e alla pirateria, l’economia alla guerra, la schiavitù alla libertà. Giungendo al presente, poi, occorre riflettere, da un lato, su quali cambiamenti abbia apportato la cosiddetta “Primavera araba” nelle sponde meridionali e orientali di questo mare (se rappresenti un avvicinamento alla democrazia come gli Occidentali la concepiscono o se, invece, favorisca la vittoria degli estremisti islamici e una fine, comunque, della laicità di stati come la Tunisia o l’Egitto) e, dall’altro, su come nell’Unione Europea si proceda a una sorta di retrocessione della Grecia, dell’Italia e della Spagna in quanto partner inaffidabili.
Remo Bodei
Direttore scientifico del festival
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