<br>con-vivere 2018 - lavoro


con-vivere 2018 - lavoro

La parola “lavoro” ha assunto nel corso della storia un velo di pessimismo. Sentirne parlare ci fa per lo più pensare ad aspetti critici e problematici. Eppure questa accezione negativa non è così scontata. Due poli semantici antitetici sono, infatti, riferibili al “lavoro”: uno certamente più negativo, è associato alla fatica e allo sfruttamento, mentre il secondo, positivo, è, invece, legato alle capacità creative dell’uomo. Ma perché oggi tende invece a prevalere la prima accezione? Fare, trasformare, creare, inventare e produrre, sono alcuni dei verbi che declinano l’opera dell’uomo. Varie voci delineeranno nel programma questo rapporto, indagando, innanzitutto, le trasformazioni del lavoro nella storia: come sono stati letti e interpretati i cambiamenti, le evoluzioni e le conquiste? Nel farlo, si dedicherà attenzione al lavoro manuale, a quello intellettuale, ma anche alle arti e alla creatività. Arrivando all’oggi, occorrerà indagare a livello globale sulle prospettive di sviluppo e innovazione, mentre a livello dei singoli, su come la flessibilità sia diventata sinonimo di “precarietà”, le prospettive per il futuro dei giovani si siano tradotte in incertezze. Una serie di questioni cruciali, poi, sono strettamente legate al cambiamento a cui stiamo assistendo, tanto importante da essere definito “quarta rivoluzione industriale”, accompagnato da un’incredibile sviluppo ecnologico: la fusione tra mondo reale degli impianti industriali e della robotica e quello virtuale dell’Intelligenza artificiale, di internet e del cloud. Assistiamo a mutamenti anche culturali e sociali profondi, a partire dalla necessità di rivedere la figura del lavoratore, al quale sarà richiesto di essere più flessibile e di mettere in opera non solo le mani ma sempre di più la sua mente e la sua creatività.


Remo Bodei
Direttore scientifico del festival

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